La diffamazione da parte di minorenni

Un’altra situazione molto sottovalutata è quella della commissione del reato di diffamazione da parte di minorenni, per i quali, è il caso di ricordare, rispondono i genitori per il risarcimento del danno da versare alla persona offesa. Il minore risponde personalmente del reato solo se imputabile in base all’art. 97 del Codice Penale: non è imputabile chi, al momento della commissione del reato, non abbia compiuto i 14 anni.
Ma la questione che in molti casi ci ha lascito basiti è che alcuni minori, anche dell’età di 10-12 anni, sono in possesso di cellulari di ultima generazione, senza nessun controllo da parte dei genitori.
A parte il rischio, per questi ragazzi, di cadere nelle trappole di malintenzionati, il fatto che abbiano a disposizione uno strumento di comunicazione potentissimo li espone alla commissione di gravi condotte, non avendo ancora raggiunto una matura capacità di razionalizzare i propri comportamenti. Sotto questo profilo si consiglia ai genitori di svolgere periodici controlli del telefonino e/o computer affidati ai figli minori.
Chiarito che sino a quell’età si presume che i ragazzi non abbiano raggiunto una maturità psicofisica che consenta loro di distinguere in modo sufficientemente adeguato cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, si precisa, tuttavia, che le condotte illecite dei minori sotto i 14 anni esporranno i genitori al pagamento del risarcimento del danno, anche di migliaia di euro. Nel caso specifico di minori di età compresa tra i 14 e i 18 anni, l’imputabilità va giudicata caso per caso, secondo quanto previsto dall’art. 98 del codice penale. Il giudice dovrà, dunque, appurare la concreta capacità di intendere e di volere del minore di anni 18 al momento in cui abbia commesso il fatto. In caso di mancanza di tale capacità, il minore non è punibile.
Nel diverso caso in cui il minore di anni 18 sia capace di intendere e di volere al momento della commissione del fatto, esso viene considerato punibile, ma la sua pena sarà diminuita rispetto a quella prevista dalla legge per gli adulti.
(Continua)
A cura di Fabio Manfré, avvocato del Foro di Milano con studio anche in Legnano.

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