Un volo nell’iconografia dell’Angelo: un viaggio nell’arte (parte I)

La parola Angelo viene dal greco e precisamente significa messaggero. Bisogna proprio osservare attentamente le figure greche degli Dei olimpici perché proprio in queste raffigurazioni si può trovare la chiave o più semplicemente l’origine degli angeli. Anche se la ricerca non è molto vasta, bisogna ricercare solo in epoca tardo ellenistica e sotto l’influenza dei Semiti che la parola assumerà il senso conferito al termine angelo. Nell’arte greca il numero delle figure alate si fa più consistente, tra queste ricordiamo le più importanti: Eros, Mercurio, la Nike, Giove Pluvio, Iride, Le Arpie e Tifone. Eros è il dio dell’amore e ha l’aspetto di un putto alato, perché la caratterizzazione iconografica di Eros si affidava in realtà a soli due elementi: il volo e la presenza d’ali. I Greci lo raffiguravano con un arco ed una faretra che contiene i dardi che hanno il compito di fare innamorare. Recano una punta in oro mentre quelli che fanno disamorare hanno la punta in piombo, evidente citazione all’arte alchemica, dove l’oro era simbolo di sapienza e perfezione umana, invece il piombo è il sovrano del buio e negatività nell’animo. Non possedeva le ali nella tradizione classica ma era ritratto con indosso i talari, cioè dei calzari alati, i quali gli permettevano di viaggiare velocemente per inviare i messaggi ordinatigli dagli Dei. Il caduceo appartiene solo all’iconografia di Ermes, tipico della cultura orientale: una verga d’oro magica in cui serpenti intrecciati con ali si muovono in direzioni opposte. Se ci si riferisce alle figure Omeriche di messaggeri degli Dei, troviamo nell’Iliade la velocissima Iride o Iris che rendeva agli uomini visibile l’apparizione di un evento atmosferico amato dagli artisti: la formazione dell’arcobaleno nello squarcio tra le nubi appena cessa la tempesta. Esiste anche un’altra figura che si lega profondamente alle creature angeliche: è il giovane Apollo, protettore delle musiche e delle arti. Viene rappresentato nell’iconografia classica con un bel corpo atletico animato da un moto agile di danza, accompagnato dalla cetra e da un’espressione di estasi musicale. Lo stesso atteggiamento che avranno gli angeli musicanti, è un mistero come la mente umana durante il trionfo del Cristianesimo giungerà a questa concezione filosofica. La raffigurazione delle ali era solamente limitata ad esseri appartenenti al mondo terrestre ed i pagani li applicavano artisticamente solo alle loro divinità antropomorfe. La Nike è la dispensatrice del favore degli Dei, figura femminile personificazione della Vittoria alata appartenente alla prima stirpe anteriore degli Dei dell’Olimpo, rappresentata con grandi ali aperte mentre vola con impeto. Purtroppo rimangono solo poche tracce della sua bellezza; la più famosa è la meravigliosa Nike di Samotracia, scolpita con marmo pario risalente all’epoca ellenistica; oggi è conservata al Museo del Louvre, a Parigi. (Continua) Tratto da il Giornale di Giarre Edizione di febbraio 2022 A cura di Serena Pagano Immagine: Eros in una decorazione musiva, Villa del Casale di Piazza Armerina, Sicilia

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