Ozono 16 settembre giornata mondiale

La Giornata internazionale per la preservazione dello strato di ozono, dedicata alla salvaguardia di questo fragile scudo di gas, va in scena ogni anno il 16 settembre.

Ozono carta d’identità: si tratta di uno schermo che protegge la Terra da quella porzione di raggi del Sole, potenzialmente dannosi, contribuendo così a preservare la vita sul pianeta; di fatto protegge la salute umana e gli ecosistemi, limitando le dannose radiazioni ultraviolette.

La Giornata internazionale (International Day for the Preservation of the Ozone Layer) prende le mosse nel 1987 quando in seno all’assemblea delle Nazioni Unite veniva sollevato il problema del restringimento di questo fondamentale strato presente nella nostra atmosfera; e proprio in quell’oramai lontano anno, nasceva la giornata internazionale, unitamente insieme a un accordo mondiale ancora oggi in corso di validità: si tratta di un provvedimento che non ha solo contribuito a proteggere lo strato per le generazioni attuali ma anche per quelle a venire; ha contribuito, quindi, in modo significativo ad affrontare i cambiamenti climatici, nonché, in generale, alla salvaguardia dell’ambiente, degli ecosistemi e della biodiversità; va sottolineato come gli sforzi mondiali, per proteggere questo prezioso strato, abbiano anche supportato la lotta ai cambiamenti climatici, evitando che circa 135 miliardi di tonnellate di emissioni tossiche venissero immesse nell’atmosfera dal 1990 al 2010.

La Giornata internazionale o mondiale che dir si voglia, ci ricorda come non si debba abbassare la guardia e continuare a eliminare le sostanze chimiche che erodono questo prezioso scudo; a conferma, l’ultima valutazione scientifica sull’argomento, datata 2018, che mostra come le parti dello strato abbiano recuperato a un tasso dell’1-3% per decennio a partire dal 2000. Se questo trend positivo dovesse proseguire, lo strato di ozono nell’emisfero nord potrebbe guarire completamente entro il 2030, mentre per l’emisfero australe si dovrebbe attendere il 2050; infine per le regioni polari appuntamento per il 2060.

La Giornata internazionale porta in dote un messaggio o meglio un monito: bastano poche scelte sbagliate per tornare agli anni ’90 de secolo scorso e vanificare 30 anni di sforzi.

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