Prevenzione del Crimine, come fare? Dalla cronaca alla fantascienza

Bloccare il criminale prima che commetta il reato: sogno o idea visionaria di criminologi e o forze dell’ordine?
L’icipit per una riflessione sul tema, tanto delicato quanto affascinante, prende il via dall’articolo Il Capitale al tempo del Covid comparso su Il Giornale di Legnano edizione di Dicembre 2021.

Ecco l’estratto che interessa in questa sede: La svolta del 2001, ricorda il giurista Ugo Mattei, fu il passaggio da un diritto ex post crimine a una prevenzione dello stesso su base statistica.
E da questa considerazione partiamo per il nostro post su Minority Report alias Rapporto di Minoranza, film e racconto.
Ecce historia: nel 2054, grazie alle premonizioni di tre individui dotati di poteri extrasensoriali, detti precog (ovvero precognitivi), la polizia della Sezione Precrimine anticipa i reati e arresta così i potenziali colpevoli: un intrigante plot che va in scena prima su libro e poi al cinema.
Partiamo però dal Grande Schermo perché ci permetterà di meglio delineare le differenze fra le due opere fantascientifiche e visionarie.

Minority Report è una pellicola liberamente tratta dall’omonimo racconto di Philip Kindred Dick, di cui si parlerà oltre, firmata nel 2002 da Steven Spielberg e interpretata da Tom Cruise (l’uomo delle Missioni Impossibili), Colin Farrell e Samantha Morton. A Washington Dc, la città del Campidoglio, nell’anno Domini 2054, va in scena questo sistema vincente per prevenire crimini e reati con risparmio di tutti i costi annessi e connessi in campo sociale, economico, psicologico e quant’altro; e, visti i successi della Sezione Precrimine, a capo della quale c’è il capitano John Anderton (al secolo Tom Cruise), il metodo sta per essere utilizzato anche su scala nazionale, quando arriva però una precognizione tanto sorprendente quanto inquietante: sarà proprio Anderton il futuro/presunto colpevole di un omicidio; convinto di essere al centro di una macchinazione si dà alla fuga e va alla ricerca della sua (futura?) vittima. Braccato dai suoi (ex) colleghi va a far visita all’autrice dello script del programma precrimine la quale gli rivela come, a volte, il report della precog più dotata, Agata, non preveda l’omicidio: ecco quindi il nostro Rapporto di minoranza; Mr Mission Impossible allora, rapisce Agata ma, sorpresa delle sorprese, scopre, grazie a un hacker, come il Minority Report in questa vicenda che lo riguarda non esista: ma allora è davvero un assassino?
Dopo varie vicissitudini e colpi di scena, Anderton trova la sua presunta futura vittima (tale Leo Crow – dal nome inquietante, costituito da una sorta di mix latino e inglese fra un leone e un corvo) in una camera d’albergo, insieme alla foto del figlio Sean, morto anni prima e la cui scomparsa aveva minato le basi del suo matrimonio; la piega presa dagli eventi fa pensare al Capitano (o meglio ex) che Crow sia l’assassino pedofilo che lo ha rapito e ucciso e, sotto la minaccia della pistola di Anderton, Crow confessa di essere stato ingaggiato per costruire una montatura contro di lui. Nonostante abbia deciso di di non ucciderlo, per sfuggire alla precognizione, durante la colluttazione che segue alla confessione, dalla sua pistola parte un colpo e Crow, come precog (nizzato), muore. Crimine virtuale, quindi, ma, step by step, la macchinazione ai suoi danni, si evidenzia e, con la collaborazione della ex moglie, riesce a smascherare chi vuole incastralo: si tratta di Lamar Burgess suo (ex) superiore e che ha ordito questa montatura, per mettere il sistema Pre Crimine al di sopra di ogni sospetto (di partigianeria e nepotismo), oltre a nascondere anche un assassinio da lui perpetrato e, fino ad allora, sfuggito alla giustizia. Vistosi scoperto si suicida ma, il giocattolo, come dimostrato dalla vicenda, era oramai sfuggito dalle mani dei suoi creatori e così la Polizia Precrimime viene chiusa, i tre precog vanno a vivere in campagna, lontano da tutti e tutto, e Anderton finisce per riappacificarsi con l’ex moglie dalla quale poi aspetta un secondo figlio: un finale bucolico, un happy ending non molto in sintonia, però, con le atmosfere dickiane… nella cui bibliografia, giusto per citare un esempio, compare un romanzo dal titolo A Scanner Darkly, un Oscuro Scrutare vergato nel 1977 (anche da questo romanzo sarà tratta una pellicola, dagli effetti digitali straordinari, e interpretata in questo caso da Mister Matrix, Keanu Reeves, ma questa è un’altra storia…).

Il film di Spielberg termina quindi in una maniera che ha lasciato un po’ perplessi i fan di Philip Kindred Dick (papà anche di Blade Runner, o meglio del romanzo Cacciatori di Androidi dal quale Ridley Scott ha poi tratto la pellicola cult) che, come detto sopra, è autore dell’omonimo racconto/romanzo breve dal quale la pellicola è tratta (o meglio a quale è ispirata) e le cui atmosfere sono sempre tinteggiate con sfumature decisamente cupe.
Il Rapporto di Minoranza, nella sua traduzione in italiano, pubblicato per la prima volta nel 1956, racconta quindi una storia con molte differenze rispetto al film. Il protagonista di queste peripezie è sempre il commissario della Polizia Precrimine, John Anderton, impegnato a sfuggire alla trappola tesa nei suoi confronti, ordita con lo scopo di screditare la divisione da lui diretta, grazie alla quale l’umanità ha completamente eliminato gli omicidi per merito di tre precognitivi (precog); ciò in quanto questo nuovo ordine sociale instaurato, che sfiora la perfezione, ha tolto potere e influenza ai militari i quali, quindi, tentano di mostrarne la fallacia. E quale modo migliore se non dimostrando che il commissario capo è un assassino e tenta di sfugge alle sue responsabilità?
Come nella pellicola una speranza c’è per salvare Anderton e si chiama rapporto di minoranza nel quale uno dei tre precognitivi lo scagiona e dimostra quindi che non è un assassino. Partendo questa versione dei fatti (contraria rispetto a quelle degli altri due veggenti – precog), alla fine Anderton smaschera i piani dei militari, anche se questa sua scoperta gli costa l’esilio dalla Terra (altro che lieto fine…).
Ma come ha scoperto il piano segreto?
Facciamo un passo indietro: come Anderton spiega al suo successore, e quindi il lavoro della Sezione non si arresta, all’inizio si pensava che vi fossero tre rapporti sul suo futuro crimine, di cui uno di minoranza secondo il quale non avrebbe commesso l’omicidio; in realtà non esisteva un rapporto di minoranza visto che erano tutti e tre diversi fra loro per un semplice motivo: perché lo stesso Anderton era a conoscenza della vicenda e quindi ciascun particolare conosciuto modificava i rapporti successivi e in definitiva creava delle realtà parallele, diverse a seconda dei fatti conosciuti. Tirando le somme, con i suoi Rapporti di Minoranza, il Sistema Precrimine era valido per tutti tranne che per lui, visto che ne conosceva le trame e quindi poteva influenzare il futuro.
Ecco il motivo del suo allontanamento dal pianeta azzurro…

http://www.limedizioni.com/portfolio/giornale-legnano-dic-2021/

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