Venerdì 13 quale significato?

Venerdì 13 quali presagi più o meno fausti porta con sé?
E poi perché nei Paesi anglosassoni è considerato un giorno sfortunato?
Nei paesi anglosassoni, infatti, si ha la stessa reazione del 17 (alias venerdì 17) nei confronti del numero 13, associato anche in questo caso al venerdì.
Nello specifico, questa tradizione è viva in quei Paesi nei confronti del numero 13, forse perché esistono date di eventi storici infausti, come per esempio la caduta di Costantinopoli in mani veneziane (13 aprile 1204), senza considerare chi tira in ballo i Templari (la data del rogo perpetrato ai loro danni sarebbe stato il 13 ottobre 1307), mentre taluni citano i vangeli dove il 13˚ apostolo tradisce Gesù e poi si suicida (in questo caso ai dodici apostoli viene aggiunto lo stesso Gesù). Per questo motivo si ritiene che anche a tavola il 13 porti male: quando i commensali sono in questo numero, il più giovane morirebbe entro l’anno.

Insomma venerdì 13 porterebbe sfortuna, senza dimenticare come, secondo talune fonti della tradizione cristiana Satana sarebbe il 13˚ angelo (caduto in disgrazia).
E ancora, nella mitologia scandinava, Loki (il dio dalla grande astuzia ma anche padrino degli inganni, portatore di distruzione, nonché ingegnoso inventore di nuove tecniche), non è tra i 12 invitati a un banchetto divino ma partecipa lo stesso, provocando la morte di Baldur, il dio buono; ciò innesca una serie di eventi che porteranno al Ragnarok, ovvero termine antico nordico, propriamente ultimo destino, fine degli dei, cui corrisponde il tedesco Götterdämmerung, usato per designare la fine del mondo (alias Crepuscolo degli dei) e da qui la superstizione scandinava secondo la quale se tredici persone si riuniscono uno di essi morirà entro un anno.
Sempre riguardo al 13 (e quindi al venerdì 13), qualcuno chiama in causa il maschilismo: il 13, infatti, sarebbe un numero riconducibile al femminile, dato che 13 sono i mesi lunari in un anno, in contrapposizione ai 12 del calendario solare ricollegabile invece alla sfera maschile.
Il momento del passaggio da una società matriarcale a quella patriarcale (vedi società indoeuropee e germaniche) avrebbe quindi “riclassificato” il numero 13 come infausto.

 

 

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